FESTA ALLA SCUOLA GIAPPONESE

“La Festa 2009” alla Scuola Giapponese di Milano: il Giappone in Italia: presso la Scuola giapponese di Via Arzaga a Milano, come di consueto si è svolta l’annuale festa di Natale organizzata dall’Associazione Giapponese del Nord Italia. L’evento ha richiamato anche quest’anno un vasto pubblico.
Davvero larghissima e calorosa l’affluenza, nonostante le condizioni atmosferiche non proprio favorevoli.
Ed è infatti apparso decisamente spiccato il contrasto tra il grigiore della giornata fredda e piovosa ed il clima vivacissimo, movimentato e allegro creato dalle numerose attrazioni e dal viavai di persone, inarrestabile a partire dalla tarda mattinata e fino alla metà del pomeriggio.
In merito alla vasta affluenza, un particolare che ci ha colpito è stato il gran numero di italiani presenti, a dimostrare che la cultura giapponese, a partire dal suo meraviglioso ”universo cibo”, esercita un richiamo ed una suggestione crescenti.

Protagonista di prim’ordine la gastronomia.
Molto allettante nella sua varietà la proposta delle prelibatezze da gustare, disposte sulle bancarelle allestite nel cortile e nella palestra della scuola.
A dispensare leccornie, immancabili come ogni anno e secondo tradizione, proprio alcuni dei nostri Ristoratori.
La famiglia Hirasawa quasi al completo a rappresentare Poporoya, con il banco di cibi caldi (tra cui gli irresistibili yakitori), disposto nel cortile della scuola.
A chi abbia partecipato alla festa per la prima volta sarà parso impossibile vedere costantemente lunga, per non dire interminabile, la fila di persone davanti a questa bancarella, senza interruzione alcuna, dall’inizio della manifestazione sino alle prime ore del pomeriggio.

Lo stesso successo per l’organizzatissimo staff di Endo e Tomoyoshi, coordinato dai coniugi Kato in gran forma.
Le tantissime confezioni di sushi sono andate a ruba e l’avventore che si è aggiudicato l’ultima si è meritato giustamente un bell’applauso.
Chissà che non gli porti fortuna…

E… dulcis in fundo… proprio la pasticceria giapponese, forse ancora poco conosciuta ma eccellente, presentata dalle abilissime mani della Signora Okabayashi.
Tanto gusto sì, ma non solo, tra le attrazioni.
Molto interessante la selezione di libri in lingua giapponese in vendita presso il “mercatino dell’usato”.
Di vario genere, per grandi e bambini, anche manga.

Infatti, vale la pena ricordarlo, nella nostra città non è ancora molto facile reperire testi in lingua.
Molto interessante e apprezzato è stato poi il workshop di “Yuzen”, vale a dire l’arte della pittura su stoffa per kimono.
Altrettanto meritevole l’esposizione dei raffinati biglietti artigianali ed oggetti in carta “Washi” e cordicelle “Mizuihiki”, realizzati in materiali pregiati e secondo disegni fantasiosi, ideali per impreziosire i messaggi di auguri.
I più affezionati alle tradizioni natalizie hanno poi apprezzato l’esecuzione di canti da parte del coro…

In conclusione, una bella giornata per tutti, ci sentiamo di dire, in cui abbiamo condiviso il gusto della festa.
Per questo vogliamo rivolgere un ringraziamento agli organizzatori e a tutti coloro che si sono impegnati per renderla così gradevole.

Marcella Bagnoli

LA FESTA ALLA SCUOLA GIAPPONESE DI MILANO

Il 29 novembre, con qualche giorno di anticipo rispetto alle date usuali, si è svolta alla Scuola Giapponese di via Arzaga 10 a Milano la festa annuale organizzata dall’Associazione Giapponese del Nord Italia. Come ogni anno dunque la scuola ha aperto i battenti non solo alle famiglie degli alunni ma anche a tutti i visitatori, giapponesi ed italiani, interessati a trascorrere una domenica di full-immersion nelle tradizioni del Paese del Sol Levante.
Al banchetto hanno pensato anche alcuni soci dell’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, allestendo sia nella palestra che nel cortile della scuola dei punti di preparazione e di vendita di specialità giapponesi. Gli chef dei ristoranti Tomoyoshi Endo e Tomoyoshi Sacco hanno proposto degli spettacolari sushi mentre i ristoranti Poporoya, Shiro e Shokusjitei hanno grigliato in diretta gli yakitori e provveduto a scaldare la giornata con una meravigliosa zuppa oden.
Disponibili anche bibite, omochi ed altri dolcetti tipici, alcuni preparati in casa dalle abili mani di alcune signore volontarie. La pioggia ha complicato un po’ le cose alle postazioni all’aperto ma gli efficentissimi organizzatori hanno saputo risolvere al meglio la situazione, improvvisando addirittura un percorso coperto per riaparare le persone in attesa davanti alle griglie.

Vasto interesse hanno naturalmente suscitato i mercatini di oggetti domestici, prodotti tessili, cibi surgelati, accessori di abbigliamento e soprattutto di libri giapponesi, come pure delle iniziative dedicate esperessamente ai bambini, tipo il teatrino a illustrazioni o la pesca degli yoyo. La parte che ha molto coinvolto i visitatori occidentali è stata però quella dedicata alle antiche tradizioni del Giappone, in cui diverse associazioni culturali hanno mostrato usi e costumi particolari sia ai piccoli alunni che agli adulti digiuni di conoscenze in merito.
I visitatori hanno così potuto entrare in un laboratorio di yuzen (pittura su seta), in una scuola di shodo (calligrafia), in un tempio dell’origami (piegatura della carta), sul palco di un teatro No, ed hanno potuto assaporare l’insolita esperienza di indossare un kimono o di accomodarsi sopra un morbido tatami ed assistere al chanoyu (cerimonia del tè), gustando poi alla fine anche un sorso di schiumoso matcha (tè verde).
Dominava su tutto un’atomosfera di assoluta cortesia e condivisione: nella paziente attesa a fianco dei “vicini di coda” quando i perrcorsi si facevano un po’ congestionati, nella complicità delle espressioni di ammirazione davanti ad oggetti preziosi come le raffinate porcellane di Fukagawa Seiji od i rari tessuti dipinti a mano di Okinawa, nell’allegro canto che ha accomunato Giapponesi ed Italiani quando, al termine dell’esibizione del coro femminile giapponese, tutta la sala, come in un autentico karaoke, ha intonato all’unisono l’italianissima canzone “Che sarà”! Insomma: per una giornata Giappone ed Italia non sono mai stati più vicini…

Annalena De Bortoli