I LOVE JAPAN

AIRG vuol agire concretamente.
Da subito aderisce ad una raccolta fondi a favore della Croce Rossa Giapponese attraverso un apposito conto corrente messo a disposizione dal Consolato: oltre alle quote versate direttamente dai Soci, in ogni ristorante sarà possibile per i clienti effettuare piccole e grandi donazioni all’interno di un’apposita urna.
Si stanno nel frattempo organizzando un altro paio di eventi per il mese di maggio, di cui daremo notizia non appena definiti gli ultimi dettagli operativi.

Per chi volesse nel frattempo contribuire direttamente tramite il conto corrente del Consolato Generale del Giappone a Milano riservato al contributo per i terremotati, questi sono i dati:
Unicredit Banca – filiale di Milano Donegani, 3
Conto Corrente: IT 68 L 02008 01621 000101345672 (27 cifre)
Beneficiario: Consolato Generale del Giappone, via Priv. Cesare Mangili 2/4, 20121 Milano
Motivazione “GHIENKIN” (Contributo per il Giappone).

Per poter risalire al donatore il Consolato chiede di inviare una mail con nome, cognome, somma versata, recapito telefonivo o mail al seguente indirizzo: [email protected]. Specifica che, non essendo un’esattoria dello Stato, non è possibile emettere la ricevuta come Governo.

10 APRILE 1981 – 10 APRILE 2011 MILANO-OSAKA: GEMELLE DA 30 ANNI

Il 10 aprile prossimo ricorrerà il trentesimo anniversario del gemellaggio tra la nostra città e quella di Osaka, le due “vice capitali” di Italia e Giappone. L’idea nacque nel 1981 proprio basandosi sulle tante similitudini che accomunano le due città, veri e propri punti di riferimento economico e culturale dei rispettivi Paesi.
Si accenna anche altrove all’importanza che la città di Osaka ha ricoperto per il Giappone come snodo commerciale e come luogo di incontro e sintesi di diverse culture provenienti soprattutto dai Paesi vicini. Il carattere dei suoi abitanti si è forgiato anche in base alla storia della città, che ha reso gli “osakesi” aperti, disponibili, con un ottimo fiuto e senso per gli affari, attenti alle novità e capaci di recepirle e trasmetterle al resto della nazione.
Oggi Osaka è un importante nodo ferroviario; il suo aeroporto, costruito dal nostro Renzo Piano artificialmente sul mare, unico nel suo genere, è un famosissimo e fondamentale scalo mondiale; il porto è un collegamento cruciale per la navigazione interna ed internazionale. Importanti attività industriali nel campo tessile, meccanico, chimico, siderurgico sorgono nella sua vasta area (che, assieme alla vicina Kobe forma il secondo centro demografico del Paese). E’ inoltre la sede di cinque università e svariati centri di ricerca.

Milano, dal canto suo, è storicamente la “capitale economica “d’Italia sin da quando la rivoluzione industriale coinvolse l’Europa nel XIX secolo, è poi diventata la sua “piazza” finanziaria e riveste così a tutti gli effetti il ruolo di capitale “morale” del Paese. Centro indiscusso della moda e del design industriale, conta anch’essa cinque università pubbliche e sette private, oltre a tesori artistici di notevole valore. Anche il carattere del milanese si è forgiato attraverso la sua laboriosità e operosità come pure grazie allo storico confronto con differenti invasori ed al più recente incontro con i numerosi emigranti giunti da ogni parte d’Italia, portatori di culture, dialetti ed usanze anche molto diverse. Oggi, l’immigrazione dagli altri Paesi europei ed extra-europei l’ha resa, anche per la sua vicinanza geografica al continente, un importante crocevia di culture.
Negli anni, diversi sono stati gli eventi celebrativi tenutisi a Milano e ad Osaka; ne citiamo solo alcuni tra i più rappresentativi: nel 2004 il teatro dal Verme ha ospitato l’esibizione del gruppo musicale Shumei Taiko Ensemble, composto da artisti di fama internazionale proveniente dal teatro nazionale giapponese, il kabuki. Lo spettacolo ha riscosso un grande successo di pubblico anche per la sua musica, suonata con un unico strumento, il tamburo, che serve a riprodurre tutti i suoni della natura.
Ancora nel 2004 il Palazzo Reale ha ospitato “Ukiyo-e: il mondo fluttuante”, una mostra sulle stampe artistiche giapponesi prodotte tra il XVII ed il XX secolo, che ha contato 80.000 visitatori, con opere giunte dai principali musei giapponesi. Nel 2005 poi, ad Osaka e a Chiba due musei hanno tenuto la mostra “Milano: capolavori dei musei storici” (150.000 visitatori), sponsorizzata dall’Asahi Shimbun, la maggiore testata giornalistica nazionale.
In tutti questi anni infine la Filarmonica della Scala ha più volte visitato in tourneè sia Osaka che Tokyo con un enorme successo di pubblico. Nel 2006 il Sindaco Moratti ha organizzato una missione ad Osaka.
Anche l’AIRG, in occasione quest’anno del 30° anniversario del gemellaggio tra le due città, vuole celebrare “in prima persona” questa significativa ricorrenza, nello sprito di massimo scambio tra le due culture. Per questo ha pensato di proporre in tutti i ristoranti dell’Associazione alcune specialità tipiche di Osaka: ogni ristorante dal 1 al 15 aprile metterà in evidenza nel proprio menù piatti o prodotti tipici della zona, offrendo l’occasione di un succulento gemellaggio gastronomico al pubblico milanese. Vi aspettiamo numerosi!

Loredana Marmorale

Le immagini sono tratte da: watashinoyume.iobloggo.comblog.libero.it

IDENTITÀ GOLOSE: L’ALTA CUCINA ITALIANA APPREZZA IL GIAPPONE

Si è svolta a Milano dal 30 gennaio al 1° febbraio l’edizione 2011 di Identità Golose, il Congresso Italiano della Cucina d’Autore, che quest’anno era dedicata a “I segni e i gesti”, con l’intento di cogliere i segni delle nuove tendenze ed i gesti della sapienza tradizionale che caratterizzano oggi la ristorazione di qualità italiana ed internazionale. E quest’anno anche la cucina del Giappone ha avuto un ruolo da protagonista.
All’interno della manifestazione hanno raccontato sul palco le proprie esperienze e condiviso le proprie convinzioni gastronomiche chef italiani e stranieri di fama internazionale quali Massimiliano Alajmo, Gennaro Esposito, Massimo Bottura, Ciccio Sultano e Carlo Cracco ma anche lo svedese Magnus Nilsson, il turco Mehmet Guers, il portoghese Nuno Mendes o lo spagnolo Josean Martinez Alija.

Per la prima volta nella storia della manifestazione inoltre sono stati ospitati anche due chef giapponesi che hanno saputo stupire la platea con le proposte in cui spiccavano evidentissimi i valori di eleganza, raffinatezza e legame con la natura dell’arte culinaria nipponica, che difende la propria identità attraverso una severissima scelta nella qualità e nel rispetto delle materie prime.
Tatsuya Iwasaki è da dieci anni in Italia dapprima come chef e poi come pasticcere, da tre anni al ristorante Agli Amici appena fuori Udine. Il suo stile nella preparazione di dolci “occidentali” è permeato dalla visione giapponese di una tavola composta da tanti piccoli piatti, ognuno con la propria estetica ed il proprio gusto. In questo senso i rapporti di armonia e sovrapposizione dei sapori sono definiti non dal cuoco ma dal commensale, che nello scegliere la sequenza e gli abbinamenti dei vari assaggi determina in modo molto personale la propria esperienza gustativa.
Tatsuya Iwasaki propone dunque dei dessert “scomposti”, in cui evita sapori troppo ricchi o concentrati, che possono sembrare piacevoli al primo boccone ma che rischiano di appesantire il palato con il proseguire della degustazione. Il dessert da ristorante secondo lui deve essere più leggero di quello da pasticceria perchè va servito a fine pasto ed in armonia con i sapori precedenti. Ha il vantaggio di poter essere preparato o rifinito all’ultimo, quindi può contare anche sulla freschezza di consistenze evanescenti ed inusuali.

Lo chef Yoshohiro Narisawa ha invece scelto il percorso contrario: dopo alcuni anni presso ristoranti di altissimo livello in Francia ed Italia, tra cui un’esperienza di un anno dal grande chef Ezio Santin, è tornato in Giappone ed ha aperto un suo ristorante a Tokyo, Les Créations de Narisawa.
Si dice che un cuoco in Occidente venga apprezzato se ha molta inventiva, in Giappone se sa ripodurre alla perfezione la tradizione dei piatti di suo padre e di suo nonno. Narisawa, in una nuova concezione del legame rispettoso tra cucina, tradizione e natura, ha provocatoriamente ed insieme semplicemente presentato piatti legati in modo davvero concreto agli elementi naturali, come un pane contenente polvere di castagno, una zuppa di terra, o un trancio di carne al carbone.

La cucina giapponese non ha emozionato gli spettatori di Identità Golose solo con le performance di questi due eccezionali chef, perchè anche una realtà tutta milanese ha avuto grande rilievo: il conferimento del premio di qualità al ristorante Osaka di Milano sotto il titolo Identità delle Diversità è stata un’occasione di riconoscimento per la cucina giapponese di alto livello in Italia, all’interno della sezione Identità vincenti a Milano nell’eccellenza della ristorazione etnica.
Durante la cerimonia di premiazione sia Paolo Marchi, patron dell’evento, che Alfredo Zini, presidente dei Ristoratori di Milano, che la sig.ra Aoki Naoko, titolare del ristorante Osaka, hanno tenuto a precisare che il premio è un riconoscimento non solo all’operato del singolo ristorante ma in assoluto anche all’attività intera dell’Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi, che in questi anni ha sempre curato che la cultura e l’autenticità della qualità della gastronomia giapponese venissero supportate e valorizzate ed ha saputo offrire attraverso tutti i ristoranti associati alla clientela italiana una esperienza gustativa autentica e originale, ben lontana in sostanza e qualità dalle tante maldestre imitazioni.
“La sig.ra Aoki e gli altri ristoratori dellì’Associazione”, spiega infatti Paolo Marchi, “hanno vinto la loro sfida ben lontani da casa, mettendo in piedi delle autentiche realtà di successo, autentiche perché a Milano ci sono oltre 200 ristoranti giapponesi ma nemmeno un decimo di questi sono gestiti da sol levantini”. E proprio ai colleghi dell’Associazione la signora Aoki ha dedicato con orgoglio il prestigioso premio ricevuto.

Annalena De Bortoli

MI JAPAN FESTIVAL: IL GIAPPONE A MILANO

Come annunciato nell’interessante preview dello scorso febbraio, entra nel vivo il primo Mi Japan Festival, ospitato dal 1 al 3 ottobre nello storico complesso rinascimentale dell’Umanitaria, ex convento francescano ed aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 22.
Ogni giorno si terranno dimostrazioni e spettacoli rappresentativi di vari aspetti della cultura giapponese, in un fitto susseguirsi di micro-eventi ch emirano ad avvicinare il pubblico italiano agli aspetti più diversi ed affascinanti di questo grande e per certi versi ancora sconosciuto Paese.
Passato e presente, tradizione e contemporaneità in una galleria di espositori e performer: arti marziali e cosplay, musica tradizionale e manga, cerimonia del tè e nail-machine di Hello Kitty, shiatzu e strumenti fotografici, bonsai e sudoku, calligrafia e postazioni Nintendo Wii… Insomma: una serie di appuntementi imperdibili!
Naturalmente non manca l’attenzione per l’aspetto gastronomico della cultura giapponese, che ha profonde radici nel passato e che, nel suo incontro con la cucina occidentale, ha saputo influenzare in modo molto netto il nostro costume… ed anche le nostre mode alimentari.

I ristoranti appartenenti all’Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi garantiscono da tempo in città la qualità e l’autenticità della propria offerta agli amanti del cibo giapponese. Durante il Mi Japan metteranno la propria esperienza al servizio di tutti i visitatori del Festival con uno stand gastronomico all’interno dell’Umanitaria.
Sarà l’occasione giusta per i golosi, che potranno degustare a prezzi contenuti una serie di specialità della cucina giapponese tradizionale e moderna presentate a rotazione durante tutta la durata della manifestazione, soprattutto negli orari più vicini a pranzo e cena.
In occasione del Mi Japan Festival è stata inoltre pubblicata la “Guida Mi Japan City”, che vuole orientare il pubblico attraverso un percorso cittadino per conoscere le realtà produttive e commerciali giapponesi, o di forte ispirazione nipponica, presenti nella metropoli. Un viaggio ripetibile in ogni momento dell’anno alla scoperta di luoghi culto milanesi per chi ama il vero Giappone e per chi lo vuole scoprire.

La guida completa al Mi Japan City è scaricabile dal sito www.mijapan.net, dove si trovano anche informazioni dettagliate sul programma degli eventi all’Umanitaria.

Annalena De Bortoli

IL GIAPPONE AL BIT: LA CUCINA COME ARGOMENTO TRAINANTE

Alla Borsa Internazionale del Turismo recentemente tenutasi alla Fiera di Milano gli stand con presenze giapponesi hanno suscitato grande interesse sia presso gli operatori che tra il pubblico di privati che ha avuto accesso alla manifestazione nelle giornate di sabato e domenica.
L’Ente Nazionale del Turismo Giapponese, con il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone di Roma ed il Consolato Generale del Giappone di Milano, ha allestito lo stand Yokoso! Japan, cioè: Benvenuti in Giappone! Erano presenti compagnie aeree ed agenzie di viaggio specializzate in viaggi nel Paese del Sol Levante, come pure le rappresentanze di alcune importanti città e prefetture giappponesi (Tokyo, Yokohama, Kanagawa), tutti per illustrare le bellezze del Giappone e per facilitare, sia operativamente che culturalmente, l’approccio ad un Paese tanto diverso dal nostro ma tanto affascianante e ricco di storia e tradizioni.

I cortesi operatori, a disposizione del pubblico per tutta la durata della manifestazione, insieme a depliant ed opuscoli informativi offrivano immancabilmente ai visitatori interessati un assaggio di sakè o un dolcetto tradizionale, gesto che se da una parte simboleggia la tradizionale ospitalità giapponese, dall’altro indica pure un diffuso interesse del pubblico nei confronti delle specialità gastronomiche di questo Paese.
Lo stand è stato animato periodicamente da piccole incursioni nella cultura tradizionale giapponese, come ad esempio i video che ritraevano la cerimonia del tè ed il teatro No, o la dimostrazione dal vivo di karate che ha presentato la Hakuyukai Karate Do, scuola di karate tradizionale che insegna una vera e propria arte, attenta all’educazione sia fisica che spirituale dell’individuo e alla formazione di un carattere fermo, sincero e corretto.

Grande e specifica attenzione invece al patrimonio gastronomico giapponese è stata sollevata da una interessante manifestazione promossa dalla rivista Viaggi di Nozze, che nel proprio stand dedicato agli sposi ha organizzato una serie di presentazioni di vari Paesi, possibili mete per le coppiette in luna di miele. Ogni presentazione era legata anche all’illustrazione di prodotti, di piatti e di bevande tipici di ciascuna destinazione. Si sono succeduti, ad esempio, ripetendosi a giornate alterne, Maurizius che ha offerto del tè locale, il Perù che si è presentato con il liquore Pisco, l’Australia che ha invece organizzato dei brevi concerti di digeridoo. Quando è stato il turno del Giappone la folla radunatasi era impressionante…

Per il Giappone, oltre ad una breve ma interessantissima conferenza tenuta direttamente dall’Ente Nazionale del Turismo Giapponese su diverse località di ogni parte del Giappone, è stato offerto un vero e proprio buffet con sushi, riso decorato chirashi, frittatine dashitamago, polpettine teriyaki e pollo fritto tori no kara age, oltre ad assaggi di liquore shochu. Il merito di questo magnifico buffet, che ha richiamato presso lo stand circa trecento persone ogni volta, va tutto al ristorante Higuma, storico membro dell’Associazione Ristoratori Giapponesi.
La signora Higuma in persona, vestendo il tradizionale kimono, serviva direttamente il pubblico insieme ai suoi collaboratori spiegando con grazia e perizia ogni piatto ed offrendo così l’opportunità, anche a chi non lo conosceva, di scoprire la semplicità e la raffinatezza del cibo giapponese.
Commenti sorpresi ed entusiasti hanno gratificato chi con tanto impegno ha saputo ingolosire persone che da oggi potrebbero diventare clienti dei ristoranti giapponesi e in un futuro anche curiosi visitatori del Giappone.

Per informazioni sui viaggi in Giappone il sito dell’Ente Turismo è: www.jnto.go.jp/eng/, mentre per assaggiare le specialità offerte durante la manifestazione vale la pena di recarsi al ristorante Higuma.

Annalena De Bortoli

IL PICCOLO GRANDE SUCCESSO DI MIJAPAN PREVIEW

La serie di manifestazioni di presentazione del MiJapan di cui avevamo dato notizia nel numero scorso si è oramai conclusa, ma ne riparliamo volentieri perchè ha permesso alla popolazione milanese di entrare in contatto con svariati aspetti della cultura giapponese molto diffusi in Italia nonostante non se se sia sempre pienamente consapevoli.
Il Symposium XXI di via Stampa 6/A, dopo avere ospitato la serata di inaugurazione a cui ha partecipato il ristorante Tomoyoshi Endo per la parte del buffet a base di sushi, ha contiuato ad essere il fulcro degli eventi di questa preview, accogliendo nel corso delle varie giornate una serie di appuntamenti con i temi che poi verranno più ampiamente sviluppati nella grande festival MiJiapan previsto per ottobre.

A dimostrazioni di arti tradizionali come l’ikebana, il bonsai, la cerimonia del tè o la vestizione del kimono, si sono alternate giornate di coinvolgimento su temi meno conosciuti, come la giornata per la famiglia in cui sono stati presentati giocattoli in legno o stoffa di antica tradizione, oppure la serata di degustazione di vini e spumanti dedicati al Giappone.
Molto interessante, tra le altre, l’iniziativa legata agli intrecci della cultura giapponese con design e moda, durante la quale l’architetto Tadao Amano ha raccontato della propria collaborazione ad alcune collezioni di porcellane Rosenthal e la designer Clizia Ornato ha presentato la collezione di gioielli Kimono realtizzata utilizzando in modo innovativo i tradizionali tessuti giapponesi da kimono.

Particolarmente affollati di pubblico si sono rivelati i momenti legati all’origami, ai manga e anime, come la serata Hello Kitty (a cui erano presenti anche numerose persone in costume secondo i canoni del cosplay). Alcuni oggetti protagonisti di ciascuna iniziativa sono rimasti esposti presso il Symposium durante tutto l’arco della manifestazione, permettendo anche a chi non ha potuto seguire ogni evento di trovarne traccia in questa sorta di temporaneo micro-museo.
Forse il successo maggiore l’hanno in realtà riscosso gli eventi a tema gastronomico, tanto è vero che sono praticamente andati a ruba i pieghevoli con la pianta di Milano in cui erano evidenziati tutti i risoranti di cucina giapponese. Tirando le somme gli organizzatori si dicono molto soddisfatti dell’affluenza che ha testimoniato l’interesse della città rispetto alla proposta MiJapan, si propongono dunque di richiamare periodicamente qualcuna delle iniziative durante i prossimi mesi e di fare tesoro di questa esperienza di preview per il vero e proprio festival MiJapan di ottobre.

Annalena De Bortoli

LA CUCINA GIAPPONESE PROPOSTA AI BAMBINI

Si è di recente sviluppato un interessante dibattito in merito al cibo per bambini quando durante l’estate il famoso chef francese Raymond Blanc ha organizzato nel suo ristorante a due stelle Michelin, Le Manoir aux Quat’ Saisons nell’Oxfordshire, il Children’s Food Festival, con lo scopo di avvicinare i bambini e le famiglie al mondo dell’alta ristorazione.
L’Associazione dei Ristoratori Giapponesi ne ha tratto spunto per una riflessione su quanto la cucina giapponese sia vista in Italia quasi come un fenomeno di moda, che riguarda solo gli adulti o le giovani coppie ma che non viene percepito pienamente in tutte le sue sfaccettature, di cui molte sono invece adatte anche ad un pubblico di famiglie.
La signora Aoki del ristorante Osaka di Milano ha così pensato di proporre all’Associazione un’iniziativa originale per il mese di dicembre, ovvero la redazione di okosama ranchi, i menù giapponesi per bambini. Tale proposta è stata raccolta con entusiasmo dai colleghi che, come lei, ne riconoscono l’ampio valore di interscambio culturale. Così i ristoranti aderenti, ognuno con il proprio stile e le proprie modalità, hanno creato dei piatti che offrano anche ai bambini italiani alcuni cibi giapponesi semplici ed accattivanti a prezzi contenuti.
Si tratta, a seconda dei casi, di piatti classici giapponesi leggermente semplificati o serviti in porzione ridotta, oppure di vere golosità per bimbi giapponesi, che sono ghiotti di polpette, hamburger, pollo fritto, crocchette e salsicce così come di sushi, yakisoba (pasta saltata) e riso al curry (non piccante). In effetti attraverso cartoni animati e manga i bambini italiani sono abituati a vedere i loro personaggi preferiti che si cibano di sushi, ramen (spaghettini), onigiri (polpette di riso triangolari) o dorayaki (dolcetti alla piastra), perchè non offrire loro anche l’occasione di gustare dal vivo un cibo sano, gustoso e che di certo li incuriosisce?

L’idea di partire con questa iniziativa a dicembre nasce dalla tradizione bonenkai del Capodanno giapponese, che prevede durante il mese una serie di incontri a tavola con amici, parenti e colleghi per prepararsi alle celebrazioni del nuovo anno. Dato che anche in Italia spesso le giornate di dicembre sono dedicate allo shopping ed alle passeggiate con la famiglia, le due tradizioni possono ora agevolmente confluire in un pranzo tutti insieme al ristorante giapponese, abitudine molto diffusa all’estero ma ancora poco praticata in Italia, dove si ha la tendenza, quando si pranza fuori, a proporre ai bambini il cibo più simile a quello di casa oppure ci si rifugia nei fast-food.
Per sfruttare al massimo l’occasione di questa nuova esperienza di “pranzo di famiglia alla giapponese” e ricevere maggiori informazioni sui menù proposti, sui prezzi e sugli orari l’ideale è contattare i singoli ristoranti che aderiscono all’iniziativa. Qui di seguito indichiamo brevemente alcune delle proposte:

Il ristorante Osaka (corso Garibaldi 68, telefono 02.29060678) ha pensato ad una versione ridotta dei menù elaborati con ingredienti di stagione dal nuovo chef Yoshikazu Ninomiya, specializzato in cucina kaiseki. La loro proposta, rivolta ai bambini sotto i 12 anni e chiamata “Il primo menù della cucina giapponese”, conserva il raffinato spirito kaiseki e si compone di:

  • sushi misto di cinque tipi,
  • chawan-mushi (crema di uova al vapore),
  • fritto misto,
  • tagliata di manzo con salsa giapponese,
  • dolce.

Il ristorante Higuma (via Bordoni 12 angolo via Adda, telefono 02.6702548) propone:

  • bentobox con sushi oppure, in alternativa, bentobox con riso tre colori (riso bianco, uova, carne e verdure),
  • tenpura,
  • pollo teriyaki,
  • edamame (fagioli verdi di soja) e qualche piatto di verdura,
  • zuppa di miso.

Il ristorante Shiro (via Eustachi 20, telefono 02.29512635) ha deciso di ingolosire i bambini sotto i 12 anni con:

  • okosama otanoshimi bento, una “cesta a sorpresa” che comprende un menù completo che cambia ogni giorno,
  • okosama bon, un “vassoio per bambini” che contempla una serie di piccoli assaggi di verdure condite, pietanze alla griglia e frutta

Il ristorante Tomoyoshi Endo (via V. Pisani 13, telefono 02.66986117) ha già nel menù molti piatti tradizionali adatti ai bambini, che verranno per questa occasione serviti eliminando il wasabi ed altri aromi intensi. Inoltre verranno preparati degli appositi bento box a variazione giornaliera.

“Armonia” è il nome del gruppo di musicisti che si esibirà nell’evento musicale che vi proponiamo. Questo, formatosi a Nara nel 1987, è stato fondato da alcuni membri della scuola Ikuta, una delle due famose scuole di koto. Essi sono stati insigniti dell’importante titolo di Gran Maestro dall’ Associazione della Musica Tradizionale del Giappone. Il gruppo, che organizza ogni due anni un grande concerto ufficiale nella sua città d’origine, tiene anche dei corsi d’insegnamento pubblici ed universitari, con il fine di ritrasmettere al popolo giapponese quell’amore mai sopito nei confronti della propria musica tradizionale. Nei suoi concerti, che negli ultimi anni hanno toccato anche vari paesi occidentali come l’Inghilterra e l’Italia, il gruppo Armonia si esibisce in un repertorio molto vasto, che va dagli antichi canti a melodie più moderne, coinvolgendo ed appassionando un pubblico numeroso ed eterogeneo che non esclude i giovanissimi.

Annalena De Bortoli

IL VERO GIAPPONE ARRIVA A MILANO

Al di là delle mode momentanee (e forse in parte anche grazie ad esse!) negli ultimi anni si è sviluppato in Italia un profondo e concreto interesse verso la cultura giapponese. In risposta a questo desiderio di conoscenza, particolarmente sentito proprio in Milano, l’Associazione EuJapan sta organizzando per i primi tre giorni di ottobre il Milano Japan Festival.
Il Museo Diocesano di Corso di Porta Ticinese sarà la sede di una mostra dedicata a design, architettura, tecnologia, e lifestyle giapponesi, alle loro influenze sulla cultura internazionale ed alle testimonianze già presenti in Italia. Attorno alla mostra ruoteranno esposizioni e manifestazioni che coivolgeranno l’intera città mirate ad illustrare alcune delle dimensioni della cultura nipponica che più colpiscono l’immaginario occidentale oppure che più sono permeate all’interno della nostra realtà quotidiana.
Ecco allora l’area tematica relativa alle tradizioni, con dimostrazioni di origami (piegatura della carta), bonsai (coltivazione di piante in miniatura), chanoyu (cerimonia del tè) ed arti marziali, ma anche l’area Food, dedicata ai gradi piatti della tradizione e ad uno stimolante “roll contest”. Naturalmente la parte degli eventi legata alla gastronomia vede la collaborazione dell’AIRG, con alcuni dei ristoratori dell?associazione al lavoro in questi giorni per definire i dettagli delle iniziative dedicate al cibo tradizionale giapponese.

Un ritratto di lifestile contemporaneo dalle innegabili influenze nipponiche è costituito dalla sezione dedicata a design, anime (film di animazione), manga (fumetti), cosplay (hobby dell’abbigliamento ad imitazione di personaggi di fantasia o dello spettacolo) e sudoku (il gioco matematico). Innegabile poi la commistione tra le due culture in tema di ambiente e tecnologia, a cui si riferisce la sezione Eco Hi-Tech con hi-fi, robot, pannelli solari ed eco-cars.
Coordinatore del progetto globale è lo Studio Tad, che ha lavorato anche ad una interessantissima anteprima del Festival, già “gustabile” a febbraio: una conferenza stampa il giorno 8, riservata ai media, presenterà nel dettaglio il Milano Japan Festival, seguita da dieci giorni di eventi, per proporre al pubblico milanese un assaggio di ciò che accadrà ad ottobre.

Il calendario delle iniziative delle iniziative previste dal 8 al 18 febbraio 2010 sarà consultabile al sito www.mijapan.net.
Ulteriori informazioni sono disponibili su www.mijapan.net, mentre per richieste specifiche si può scrivere a [email protected]; il recapito è: Associazione EuJapan, via Montecuccoli 9, 20147 Milano, telefono 02.48370408.

Annalena De Bortoli

FESTA ALLA SCUOLA GIAPPONESE

“La Festa 2009” alla Scuola Giapponese di Milano: il Giappone in Italia: presso la Scuola giapponese di Via Arzaga a Milano, come di consueto si è svolta l’annuale festa di Natale organizzata dall’Associazione Giapponese del Nord Italia. L’evento ha richiamato anche quest’anno un vasto pubblico.
Davvero larghissima e calorosa l’affluenza, nonostante le condizioni atmosferiche non proprio favorevoli.
Ed è infatti apparso decisamente spiccato il contrasto tra il grigiore della giornata fredda e piovosa ed il clima vivacissimo, movimentato e allegro creato dalle numerose attrazioni e dal viavai di persone, inarrestabile a partire dalla tarda mattinata e fino alla metà del pomeriggio.
In merito alla vasta affluenza, un particolare che ci ha colpito è stato il gran numero di italiani presenti, a dimostrare che la cultura giapponese, a partire dal suo meraviglioso ”universo cibo”, esercita un richiamo ed una suggestione crescenti.

Protagonista di prim’ordine la gastronomia.
Molto allettante nella sua varietà la proposta delle prelibatezze da gustare, disposte sulle bancarelle allestite nel cortile e nella palestra della scuola.
A dispensare leccornie, immancabili come ogni anno e secondo tradizione, proprio alcuni dei nostri Ristoratori.
La famiglia Hirasawa quasi al completo a rappresentare Poporoya, con il banco di cibi caldi (tra cui gli irresistibili yakitori), disposto nel cortile della scuola.
A chi abbia partecipato alla festa per la prima volta sarà parso impossibile vedere costantemente lunga, per non dire interminabile, la fila di persone davanti a questa bancarella, senza interruzione alcuna, dall’inizio della manifestazione sino alle prime ore del pomeriggio.

Lo stesso successo per l’organizzatissimo staff di Endo e Tomoyoshi, coordinato dai coniugi Kato in gran forma.
Le tantissime confezioni di sushi sono andate a ruba e l’avventore che si è aggiudicato l’ultima si è meritato giustamente un bell’applauso.
Chissà che non gli porti fortuna…

E… dulcis in fundo… proprio la pasticceria giapponese, forse ancora poco conosciuta ma eccellente, presentata dalle abilissime mani della Signora Okabayashi.
Tanto gusto sì, ma non solo, tra le attrazioni.
Molto interessante la selezione di libri in lingua giapponese in vendita presso il “mercatino dell’usato”.
Di vario genere, per grandi e bambini, anche manga.

Infatti, vale la pena ricordarlo, nella nostra città non è ancora molto facile reperire testi in lingua.
Molto interessante e apprezzato è stato poi il workshop di “Yuzen”, vale a dire l’arte della pittura su stoffa per kimono.
Altrettanto meritevole l’esposizione dei raffinati biglietti artigianali ed oggetti in carta “Washi” e cordicelle “Mizuihiki”, realizzati in materiali pregiati e secondo disegni fantasiosi, ideali per impreziosire i messaggi di auguri.
I più affezionati alle tradizioni natalizie hanno poi apprezzato l’esecuzione di canti da parte del coro…

In conclusione, una bella giornata per tutti, ci sentiamo di dire, in cui abbiamo condiviso il gusto della festa.
Per questo vogliamo rivolgere un ringraziamento agli organizzatori e a tutti coloro che si sono impegnati per renderla così gradevole.

Marcella Bagnoli

LA FESTA ALLA SCUOLA GIAPPONESE DI MILANO

Il 29 novembre, con qualche giorno di anticipo rispetto alle date usuali, si è svolta alla Scuola Giapponese di via Arzaga 10 a Milano la festa annuale organizzata dall’Associazione Giapponese del Nord Italia. Come ogni anno dunque la scuola ha aperto i battenti non solo alle famiglie degli alunni ma anche a tutti i visitatori, giapponesi ed italiani, interessati a trascorrere una domenica di full-immersion nelle tradizioni del Paese del Sol Levante.
Al banchetto hanno pensato anche alcuni soci dell’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, allestendo sia nella palestra che nel cortile della scuola dei punti di preparazione e di vendita di specialità giapponesi. Gli chef dei ristoranti Tomoyoshi Endo e Tomoyoshi Sacco hanno proposto degli spettacolari sushi mentre i ristoranti Poporoya, Shiro e Shokusjitei hanno grigliato in diretta gli yakitori e provveduto a scaldare la giornata con una meravigliosa zuppa oden.
Disponibili anche bibite, omochi ed altri dolcetti tipici, alcuni preparati in casa dalle abili mani di alcune signore volontarie. La pioggia ha complicato un po’ le cose alle postazioni all’aperto ma gli efficentissimi organizzatori hanno saputo risolvere al meglio la situazione, improvvisando addirittura un percorso coperto per riaparare le persone in attesa davanti alle griglie.

Vasto interesse hanno naturalmente suscitato i mercatini di oggetti domestici, prodotti tessili, cibi surgelati, accessori di abbigliamento e soprattutto di libri giapponesi, come pure delle iniziative dedicate esperessamente ai bambini, tipo il teatrino a illustrazioni o la pesca degli yoyo. La parte che ha molto coinvolto i visitatori occidentali è stata però quella dedicata alle antiche tradizioni del Giappone, in cui diverse associazioni culturali hanno mostrato usi e costumi particolari sia ai piccoli alunni che agli adulti digiuni di conoscenze in merito.
I visitatori hanno così potuto entrare in un laboratorio di yuzen (pittura su seta), in una scuola di shodo (calligrafia), in un tempio dell’origami (piegatura della carta), sul palco di un teatro No, ed hanno potuto assaporare l’insolita esperienza di indossare un kimono o di accomodarsi sopra un morbido tatami ed assistere al chanoyu (cerimonia del tè), gustando poi alla fine anche un sorso di schiumoso matcha (tè verde).
Dominava su tutto un’atomosfera di assoluta cortesia e condivisione: nella paziente attesa a fianco dei “vicini di coda” quando i perrcorsi si facevano un po’ congestionati, nella complicità delle espressioni di ammirazione davanti ad oggetti preziosi come le raffinate porcellane di Fukagawa Seiji od i rari tessuti dipinti a mano di Okinawa, nell’allegro canto che ha accomunato Giapponesi ed Italiani quando, al termine dell’esibizione del coro femminile giapponese, tutta la sala, come in un autentico karaoke, ha intonato all’unisono l’italianissima canzone “Che sarà”! Insomma: per una giornata Giappone ed Italia non sono mai stati più vicini…

Annalena De Bortoli